9/9 La storia e il futuro, Mario Ferruccio

Cortina d’Ampezzo

“Fu Buzzati a stimolarmi. Mario, mi diceva, tu sei bravo, sai un sacco di cose della tua terra. Perché non le studi per bene e le scrivi?
La cosa mi intrigava. Cominciai a raccogliere in modo sistematico le informazioni e a metterle per iscritto. Una dopo l’altra, negli anni, le pubblicai, e oggi mi ritrovo con all’attivo una ventina di libri sulla storia di queste zone, fra Cortina e il Cadore.
Nel ’72 uscì la mia “Storia di Cortina d’Ampezzo, locus laetissimus”. Ovviamente altri autori si misurarono con lo stesso argomento, ma io cercai di proporre un taglio diverso. Mi tenni lontano dal linguaggio accademico, preferendo uno stile più semplice e diretto. Non sono mai stato uno storico, ma un giornalista, uno che dialoga con le persone di media cultura, o con quelle che ne sono addirittura sprovviste. I miei libri, per come la vedo io, deve capirli anche mia zia che sa a malapena leggere.
Ora ho un’altra cosa in cantiere, che riguarda l’Ampezzano durante il fascismo. Vedete, io non ho problemi a riempirmi le giornate, perché le faccende da sbrigare sono molte e non vengono mai a mancare. Nella mia vita ho fatto tanto, ma tanto ho ancora da fare: oltre ai libri sto conducendo un programma televisivo su una rete locale dove racconto le storie di questo territorio in dialetto cadorino. Ho già registrato una sessantina di puntate e mi dicono che il pubblico è enorme. Dico, capiscono? Loro mi dicono di si.
Poi devo badare alla casa, alla baita che ho in montagna, ai figli che sono sparsi per il mondo: uno è a Milano, una è a Parigi e la terza a New York. E i nipoti, ah, quelli sono una gioia. Anni fa vissi a Parigi per sette mesi per far da genitore a uno di loro. Mia figlia lavora come dirigente in banca e non aveva molto tempo, suo marito che fa l’ingegnere idem, allora mi sono offerto io. Lo portavo a scuola, gli facevo da mangiare, lo andavo a riprendere. Imparai anche il francese, ma con tutte queste cose che mi frullano in testa dopo un po’ me lo sono un po’ dimenticato. Ogni anno in estate vengono tutti qui a passare le vacanze e allora ci si trova ed è sempre una festa.
Ora va così, ma chissà cosa salterà fuori in futuro. Magari avrò ancora altri interessi”.

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