2/2 L’anima persa, casa di Peter Paul Kessler

Lauregno

“Verso la fine dei suoi anni, Peter Paul, come ormai d’abitudine, prestò una certa somma a un contadino, con la clausola che se non l’avesse restituita in tempo questi gli avrebbe donato un boschetto. Il contadino, passato il periodo prestabilito, gliela rese, ma il sacerdote lo accusò ugualmente di non averlo fatto nei termini e pretese da lui il podere. All’altro non rimase che fare come diceva il prete e gli cedette quanto chiedeva.
Nel 1810 Peter Paul morì. Si era creato un tal cattivo nome in vita che gli abitanti di Lauregno iniziarono a vedere il suo spirito aggirarsi per il paese a chiedere cose preziose o denaro. Per non lasciarlo vagare libero a seminare il panico per il villaggio, il successore del canonico lo bandì per 100 anni alla malga di Lauregno, che sta in alto, verso Passo Castrin. La sua anima dovette allora smettere di tormentare i poveri contadini di Lauregno, fare i bagagli e trasferirsi lassù, in quel luogo quasi disabitato, a sbollire la sua cupidigia.
Io non lo rividi più da allora, non so come se la stia passando. Alcuni vecchi del paese, di ritorno dalla malga, ancora dicono di vederlo aggirarsi fra gli alberi furioso in cerca di qualcuno da perseguitare e hanno paura ad andarci da soli di sera o di notte. Forse anche la sua anima è arrugginita e piena di acciacchi come la mia, e non si da pace nel sentire le giunture scricchiolare quando piove e fa umido. Nonostante tutto siamo entrambi due ruderi, sopravvissuti ai secoli, che faticano a trovare il loro posto in un mondo e in un tempo che non è più il nostro”.

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