1/2 Per dove parte il treno, Pacifico

Malosco

“A causa della guerra, a Trento avevano chiuso il liceo e lo avevano spostato nei vari centri delle valli. Quello dove andavo io era a Fondo. A tenerci lezione c’erano solo donne e maschi anziani, quelli giovani erano stati tutti richiamati. Io a 16 anni ero un ragazzo vivace, ne combinavo di cotte e di crude e questo mi costò molto caro.
L’insegnante di tedesco era un nativo della val di Non ma aveva vissuto in Germania, parteggiava per i nazisti, era un collaborazionista. Fu nominato podestà di Fondo dalle autorità fasciste e nel frattempo insegnava a scuola. Iniziò a guardarmi per traverso per via del mio carattere, fino a che non accadde il fatto. Stava spiegando i vocaboli tedeschi alla lavagna. Das ist Marini, disse, e col gessetto scrisse: der Kalb. Se io sono il vitello, risposi, lei è il mio pastore. Fuori dalla porta, sbraitò lui. Io uscii e me ne stetti fuori buono buono fino alla fine delle lezioni. Pensavo fosse finita lì.
L’indomani mi arrivò a casa la cartolina per partire in guerra. Ero stato arruolato nella TOT, un servizio di lavoro a supporto dell’esercito. Mio padre era morto già da alcuni anni, eravamo solo io, mia madre e le mie sorelle. La mamma era disperata, un figlio di 16 anni in guerra! La sera stessa andò dallo zio che era ferroviere al passo della Mendola a chiedere consiglio. Lui le disse di andare subito su da lui a chiedere un lavoro nel primo appostamento militare. Così forse mi avrebbero smistato lì, vicino a casa. Lo feci il giorno seguente, e iniziavo già a pensare di essermela cavata, ma poche ore dopo arrivarono i gendarmi. Ero destinato ad altri lavori. Mia madre tentò di fermarli ma non ci fu verso. Mi caricarono su un carro con una ventina di altri uomini. Io ero l’unico ragazzo. Gli altri erano o vecchi o sciancati, gente non militarizzata. Arrivammo a Trento di notte. Ci fecero scendere alla stazione e salimmo su un vagone ferroviario. Dentro era il buio più completo. Stemmo fermi, lì ad aspettare, per un tempo interminabile. Non sapevamo se saremmo andati in su o in giù. Gli uomini che erano con me trascorsero il tempo a imprecare. Due fratelli di Fondo passarono in rassegna il calendario, bestemmiando tutti i santi e le madonne. Si fermarono solo quando, con uno scossone, il treno partì. Andavamo a nord”.

Commento

Lascia un commento

Lascia un commento