2/3 Sandrino, Vittorio

Rumo

“Era intorno alla metà degli anni ‘20 e Sandrino era il più giovane del gruppo, avrà avuto 14 anni. Mio padre e i suoi colleghi lo facevano stare nella miniera con loro. A quei tempi estraevano la pietra cote da queste montagne. Non ci si guadagnava molto, ma era un lavoro. Un giorno prepararono tutto l’occorrente per la mina e poi uscirono per andare incontro alle mogli che ogni giorno salivano dal paese a piedi con il pranzo. Lui disse vado dentro ad accendere le mine. Mio padre e un altro gli dissero non andare, aspetta che veniamo anche noi, ma lui andò lo stesso e le fece saltare. Qualcosa andò storto, la carica probabilmente era posizionata male. Riuscì a salvarsi, ma ne uscì completamente accecato, le fiamme gli avevano bruciato gli occhi. Per tutta la sua lunga vita, visse più di ottant’anni, anche se non ci vedeva più, continuò a lavorare come se nulla fosse. Andava a segare i prati con la falce e mai che andasse un metro più in là del suo, sapeva bene dov’erano i confini. A fargli da guida non aveva un cane, ma una capretta, che teneva sempre legata alla vita. In memoria sua e di tutti gli altri ho fatto fare un’immagine di Santa Barbara, che è la protettrice dei minatori e di coloro che operano col fuoco e l’esplosivo, da lasciare all’ingresso di questa galleria. Dietro ad essa ho riportato la sua storia e i nomi di chi lavorò qui, o almeno quelli che mi ricordo”.

Storia scritta per Val di Non

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