Lauregno
“Il suo nome, dopo duecento anni, la gente del paese se lo ricorda ancora: Peter Paul Kessler. Nacque, visse e morì qui, in questa casa. Lo so, ora non sembro molto gradevole e accogliente, è passato un discreto lasso di tempo da quando fui abbandonata. I topi e i ragni sono gli unici miei inquilini oramai, assieme alla meridiana che, impeccabile, conta le giornate alla mia stanca solitudine. Le mie ossa, i muri portanti, sono di buona fattura, come quasi tutte le case di montagna, ma sono infiacchiti dal vento freddo di troppe notti invernali. Le folate arrivano cariche di neve e mi penetrano tra le crepe e le finestre rotte, e mi trafiggono come se volessero abbattermi. Quando era in vita Peter Paul però ero di tutt’altro aspetto, ero la casa di una famiglia benestante, bella e curata.
Lui venne al mondo nel 1761 e fece il prete a Lauregno per 43 anni, fino alla sua morte. Nonostante il suo lungo periodo di servizio non si dimostrò certo un modello per la sua categoria professionale. Era tirchio e avido di natura, contraddiceva i suoi voti accumulando beni e, come succede di solito a persone di quel tipo, diventò piuttosto ricco. Tanto che si mise a prestare soldi alla gente come usuraio”.
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