La polenta di patate, Marco

Rifugio Pernici

“Il Trentino, allo scoppio della prima guerra mondiale, faceva ancora parte dell’Impero Austroungarico di Francesco Giuseppe. Con l’approssimarsi del conflitto il Kaiser decise di evacuare le popolazioni di confine che di li a pochi mesi si sarebbero trovate lungo la linea del fronte. Nonostante la provincia fosse animata da movimenti irredentisti, erano pur sempre i suoi sudditi e andavano protetti. In val di Ledro i banditori imperiali obbligarono la gente a fare in fretta: nell’arco di 24 ore tutti gli abitanti della valle avrebbero dovuto lasciare la propria casa, i propri beni e i propri animali e recarsi a piedi a Riva del Garda, dove il treno li avrebbe condotti in qualche zona interna dell’Impero. Il bagaglio consentito era di dieci chili a testa. Lo sradicamento fu brutale, ma necessario alla loro sopravvivenza; dieci chili non erano nulla e ciò che alla fine portarono con sé furono la loro lingua e la loro cultura. Erano abituati a mangiare polenta, ma in Boemia, dove vissero per tutti gli anni di guerra, non esistevano il mais e la farina gialla, l’ingrediente base dell’alimentazione era costituito dalle patate. Sostituirono la farina gialla con le Kartoffeln e inventarono la polenta di patate. Quando, ben oltre la fine della guerra, quei disgraziati tornarono a casa, perlopiù viaggiando a piedi, trovarono la propria terra martoriata, gli animali morti, le case distrutte. Con la testa bassa iniziarono a ricostruire, ringraziando di essere vivi e continuando a cucinare la polenta di patate.”

Storia scritta per Garda Trentino

Commento

Lascia un commento

Lascia un commento