Maso Oberstangl, Lauregno
“Sono del ‘59, tre anni più giovane di Amedeo. Vivo qui al maso da sempre e lo mando avanti. Anche se ho una bella scorza, farlo da soli è dura. Ho 5 mucche e 5 vitelli a cui badare, latte da mungere, prati ripidi da falciare, fieno da portare nel fienile, boschi da tagliare e un mal di schiena che mi tormenta. Cerco di non pensarci troppo, che se dai corda a tutti gli acciacchi, la mattina non ti alzi dal letto. L’ultimo ad andarsene da qui è stato mio padre, rimase fino al novembre ’98. Verso la fine non si muoveva molto per via della sua schiena malandata e quando lo faceva andava in giro col bastone. Anche lui cercava di non pensarci, siamo gente di montagna noi. Non lavorava più, ma almeno mi faceva da mangiare e ci tenevamo compagnia. Le sere d’inverno qui il tempo passa lento. Lui diceva sempre che si era sposato una donna 17 anni più giovane per non dover restare vedovo, ma lo è stato per nove anni prima di morire”.
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