Marocche di Dro
“Da boci, a partire dai sette, otto anni si veniva a giocare alle marocche. La mattina partivamo da Dro con i panini e la coca cola nello zaino, facevamo un passo fuori casa ed eravamo nei campi. Subito dopo salivamo i primi sassi ed entravamo in un altro mondo, che era solo nostro, e che con la fantasia trasformavamo in uno scenario di duelli western all’ultimo sangue o di trame fantascientifiche ai confini della realtà. Avventure a non finire, cosa poteva volere un bambino più di così? A quel tempo, non parlo di secoli fa, non sono così vecchio, non c’erano i telefonini e le mamme ci lasciavano piena libertà per quattro o cinque ore, e sebbene non avessero la più pallida idea di dove fossimo erano molto più serene di quelle di adesso. Se oggi un bambino di otto anni sta fuori quattro ore per i fatti suoi chiamano i carabinieri. Queste dinamiche sono cambiate molto rapidamente, nel giro di mezza generazione.”
Storia scritta per Garda Trentino
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