3/3 I potenziometri, Roberto

Borca di Cadore

“La dolomia non è l’unica stratificazione presente nelle Dolomiti. Sotto ad essa, come nel nostro caso, a volte si trovano strati più deboli, schiacciati da miliardi di tonnellate di roccia. La pressione riduce questo materiale friabile in sabbia e sassi, i quali a loro volta rendono instabile ciò che sta sopra, favorendone lo sfaldamento. Dal momento in cui si creano crepe, faglie e canaloni, gli elementi, vento, acqua e gelo, possono entrare e fare da cuneo per allargare le spaccature.
Tutti questi bei castelli di roccia sono destinati a crollare sotto il loro stesso peso. E noi non ci possiamo far nulla. Non possiamo fermare la montagna, ma solo tenerla controllata e attuare misure di prevenzione. Vedi quei grossi massi lassù? Se si muovono non ci sarà nulla in grado di bloccarli. Hanno provato a imbragarli con del cemento, ma non si possono ancorare, perché siamo su un ghiaione. Tutto è precario, non hai punti fissi. Però hanno applicato loro dei potenziometri. Se uno di quei due blocchi dovesse muoversi, a valle lo saprebbero immediatamente”.

Commento

Lascia un commento

Lascia un commento