4/9 Il Corriere, Mario Ferruccio

Cortina d’Ampezzo

“Negli anni della scuola ho sviluppato l’amore per la scrittura, mi piacevano le storie. Scelsi giurisprudenza e rimasi affascinato dalle antiche leggi romane e dalle altre normative che dovevo studiare per gli esami; non mi sembravano materia fredda lontana. Anzi li preferivo alle moderne procedure.
Nel tempo libero scrissi un profilo su un vecchietto che avevo intervistato sulle “usanze locali”, lo mandai a un giornale qui nel Cadore. Il direttore mi rispose che gli piaceva e di mandargli altro materiale. Dopo qualche anno mi ritrovai a fare il corrispondente da Cortina di cronaca nera e rosa per il Gazzettino e poi dal 1964 per il Corriere della sera.
Fui fortunato perché mi trovai nel bel mezzo di un’epoca d’oro. Girava denaro, tanto, e persone importanti. Io di soldi, come giornalista in erba, non ne vedevo molti. Mi si offrivano stimoli, quelli sì. Se anche avessi voluto girare il mondo come inviato, non ne avrei avuto bisogno, perché era il mondo a venirmi in casa. Iniziò con le Olimpiadi del ’56 e andò avanti fino alla fine degli anni ’70. Dopo, con gli anni ’80, la gente ricca diventò sempre più cafona e meno interessante. Ma nel ventennio prima mi divertì parecchio. Ero giovane, sapevo il fatto mio e avevo un mestiere che mi permetteva di infilarmi fra le sottane di tutta l’alta mondanità che frequentava Cortina. Dalle star di Hollywood, ai grandi atleti, ai re e le principesse, ai ministri e funzionari politici, ai grossi industriali che muovevano il paese.
Ogni categoria aveva il suo carattere e i suoi argomenti, è chiaro. Le dive del cinema Claudia Cardinale o Sofia Loren erano molto divertenti e si doveva sgomitare parecchio per avere un’intervista in esclusiva. Gli atleti se ne stavano un po’ sulle loro, erano timidi e i riflettori non gli interessavano, mentre i politici correvano davanti alle macchine fotografiche per farsi mettere in copertina. In questo, le cose non sono cambiate un granché da allora”.

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