2/4 La centrale di Fies, Dino

Dro

“Per fabbricarla arrivarono muratori, scalpellini, ingegneri e tecnici dalla pianura padana, che in quel momento era piena di fermenti ideologici che qui non esistevano. Tutti quei professionisti portarono con sé le cooperative, i sindacati, le prime leghe cattoliche e socialiste. Questa gente si stabilì a Dro in pianta stabile e contaminò con una ventata di novità il paese, un piccolo centro di periferia contadina a sud dell’Impero Austroungarico da cui la nobiltà austriaca transitava, senza mai fermarsi, per andare in vacanza o in cura ad Arco e Riva. La centrale, in modo indiretto, causò quindi una rottura radicale negli equilibri e nella mentalità plurisecolare della comunità. Dopo mille anni di notti trascorse con le galline in grembo, latte, campi e vita regolata dalle stagioni, le persone scoprirono il progresso, e tutto cambiò per sempre.”

Commento

Lascia un commento

Lascia un commento