“Nel 1953, un anno prima che nascessi io, mio padre era ancora giovane e in forze. Essendo il primogenito maschio, era lui a tenere il maso. Un giorno scendeva nei prati bassi..."
“Mio nonno si chiamava Joseph. Nacque qui a Sinablana, nel 1878. A quel tempo non c’erano molti soldi, né prospettive e così il primo anno del nuovo secolo prese la nave e partì..."
"Nacquero uno nel 1911 e l’altro poco dopo, nel 1912. Li chiamarono Franz e Joseph. Erano nomi molto in voga ai tempi. Eravamo ancora sotto l’impero asburgico, gli anni del Kaiser..."
“Sembro un anonimo recipiente di legno gettato nel solaio polveroso di un vecchio maso. Beh, lo sono, a tutti gli effetti. Oggi non mi usa più nessuno, al massimo..."
“Al maso non avevamo la scrofa, quindi niente maialini. Dovevamo andare a prenderli tutti gli anni in val d’Ultimo, alla fiera. Ci si andava d’inverno. Si partiva a piedi..."
“Nel ‘51, quando i miei si sono sposati, cadde talmente tanta neve che uscivano di casa da quella finestra. Sarà stata alta 6 o 7 metri. In quelle condizioni ti sentivi un topolino..."
“Con tutti i muri che si stanno costruendo nel mondo, per proteggersi dal diverso, dall’estraneo e dallo sconosciuto, io sono decisamente un caso in controtendenza..."
“La casa è del 1923. Allora non esistevano i bagni moderni, il cesso era a caduta. Albert lo usa ancora. Un vecchio elenco del telefono gli fa da carta igienica..."
“Prima della guerra non li chiamavamo turisti, li chiamavamo i siori, i signori. Era tutta gente che arrivava nei paesi qui attorno a seguito del boom della Mendola..."