Il campanile solitario, Tregiovo

Val di Non

“Guardate la foto. Fateci caso, notate nulla di strano? Sembra un paesino di montagna come tutti gli altri, ma c’è una cosa che stona. Forse a un primo sguardo non si vede, ma se si fa giusto un po’ più di attenzione…eccomi, sono io che sono fuori posto e che per la vergogna cerco di nascondermi dietro un albero. Anche se a dire il vero c’è poco di cui vergognarsi. Non mi ci sono mica messo da solo lassù. È stata la gente di Tregiovo, secoli orsono. Quelli che passano e vedono un campanile solitario in mezzo a un prato, con la chiesa a centinaia di metri di distanza, giù in basso, in mezzo al paese, mica lo sanno il perché mi trovo qui. E francamente è passato così tanto tempo che devo fare uno sforzo di memoria anch’io per ricordarmelo. So che di qui ci passava un’antica strada romana, hanno trovato i resti poco lontano. È riportata anche in certi antichi documenti custoditi non so bene dove. Saliva dalla val di Non, attraversava la piana dov’è oggi il villaggio e proseguiva dietro questa collina, conducendo probabilmente a passo Castrin. Come accade spesso, lungo la via costruirono delle fattorie, che nel tempo diventarono masi. Quelli al di là del colle, che da qui non si vedono, si chiamano Miauneri e fanno da sempre parte del comune di Tregiovo. Anche se sono poco lontani dal centro abitato, il monte li nascondeva alla vista e ai rumori del paese. Questo fece sì che si decidesse di costruire il campanile a metà strada, lontano dalla chiesa, per consentire anche a loro di sentire le campane, le quali annunciavano le feste e i funerali, avvertivano la popolazione in caso di emergenza e, in un tempo in cui non giravano molti orologi, scandivano le giornate dei contadini”.

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