L’apparenza inganna, star

Maso Oberstangl, Lauregno

“Sembro un anonimo recipiente di legno gettato nel solaio polveroso di un vecchio maso. Beh, lo sono, a tutti gli effetti. Oggi non mi usa più nessuno, al massimo, all’occorrenza, posso diventare una graziosa fioriera per i gerani, ma nulla di più. Se qualcuno dovesse ritrovarmi al giorno d’oggi, dubito che si renderebbe conto di ciò che rappresentavo un tempo e dell’importanza che avevo. Io ero lo star, staio in italiano. Potevo contenere 16 kg o 21 litri, circa, di grano. Questa quantità costituiva una vera e propria unità di misura agraria che indicava la superficie che occorreva per coltivare uno staio di frumento. Il mio valore, il valore dello star, cambiava chiaramente da villaggio a villaggio, in relazione con la diversa produttività media della campagna. Ad esempio in bassa val di Non, a Tuenno, lo star era di 450 m², mentre a Nanno, che dista pochi chilometri era di 660 m²”.

Definizione tratta da Enrico Quaresima, Vocabolario anaunico e solandro, Leo S. Olschcki, Firenze, 1991

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