Dente austriaco, Pasubio
“Due batterie di nostre bombarde concentravano il fuoco sul camminamento che dalla “Casermetta difensiva” conduce al Dente. Vedemmo fra i nugoli di fumo saltar per aria pezzi d’uomini. In uno scoppio si scorsero proprio soltanto due gambe nel cielo divaricarsi. Tutta l’intera colonna dei nemici venne a farsi maciullare così, in quel passaggio obbligato dove minuto per minuto cadeva una nostra bombarda… Nessuno potrà mai dare una pallida idea della terribilità di quella mischia. Alcuni momenti si vedevano uomini avviticchiarsi. Un obice faceva saltare in aria nemici e amici. La morte li coglieva insieme, nella stretta dell’odio. I duecento metri del Dente erano divenuti un formichio di esseri, non umani, ma soprannaturali; demoni certo che correvano fra le rovine; sopravvivevano tra le fiammate delle bombe a mano e le eruzioni delle granate”.Tenente Michele Campana “Un anno sul Pasubio”, Rossato Editore, 1993.
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