Mendola“L’uomo non ha sempre voluto arrampicarsi sulle montagne. Fino ai primi anni del XIX secolo le temeva: erano luoghi pericolosi, infestati di creature malvagie, insidie e scomodità. Poi arrivarono i romantici e cambiò un po’ tutto. Viaggiatori, alpinisti, artisti o semplici turisti iniziarono a volerle salire con ogni mezzo possibile, compreso il treno.
Quando alla fine dell’’800 il passo della Mendola diventò luogo di villeggiatura per la nobiltà austriaca, pensarono di far arrivare la ferrovia anche lì; la strada che saliva da Caldaro era troppo tortuosa e scomoda e fare il giro dalla val di Non allungava il percorso di svariati chilometri. Emil Strub l’architetto incaricato, ideò un tracciato avveniristico, una linea quasi verticale che tagliava la montagna dalla base alla cima. Quando fui inaugurata, il 19 ottobre del 1903, ero una delle funicolari più lunghe e ripide d’Europa. In meno di 10 minuti riuscivo a salire gli 854 m di dislivello che separavano la stazione a valle da quella a monte, coprendo una distanza di 2374 m con una pendenza massima del 64%.
In oltre un secolo di attività non ho mai avuto le vertigini, ma quelli che salivano a bordo allora, come oggi, eccome se le avevano. Non avevano mai viaggiato in quel modo. Ai loro occhi ero letteralmente un ascensore per il cielo.”
“L’uomo non ha sempre voluto arrampicarsi sulle montagne. Fino ai primi anni del XIX secolo le temeva: erano luoghi pericolosi, infestati di creature malvagie, insidie e scomodità. Poi arrivarono i romantici e cambiò un po’ tutto. Viaggiatori, alpinisti, artisti o semplici turisti iniziarono a volerle salire con ogni mezzo possibile, compreso il treno.
Quando alla fine dell’’800 il passo della Mendola diventò luogo di villeggiatura per la nobiltà austriaca, pensarono di far arrivare la ferrovia anche lì; la strada che saliva da Caldaro era troppo tortuosa e scomoda e fare il giro dalla val di Non allungava il percorso di svariati chilometri. Emil Strub l’architetto incaricato, ideò un tracciato avveniristico, una linea quasi verticale che tagliava la montagna dalla base alla cima. Quando fui inaugurata, il 19 ottobre del 1903, ero una delle funicolari più lunghe e ripide d’Europa. In meno di 10 minuti riuscivo a salire gli 854 m di dislivello che separavano la stazione a valle da quella a monte, coprendo una distanza di 2374 m con una pendenza massima del 64%.
In oltre un secolo di attività non ho mai avuto le vertigini, ma quelli che salivano a bordo allora, come oggi, eccome se le avevano. Non avevano mai viaggiato in quel modo. Ai loro occhi ero letteralmente un ascensore per il cielo.”
Quando alla fine dell’’800 il passo della Mendola diventò luogo di villeggiatura per la nobiltà austriaca, pensarono di far arrivare la ferrovia anche lì; la strada che saliva da Caldaro era troppo tortuosa e scomoda e fare il giro dalla val di Non allungava il percorso di svariati chilometri. Emil Strub l’architetto incaricato, ideò un tracciato avveniristico, una linea quasi verticale che tagliava la montagna dalla base alla cima. Quando fui inaugurata, il 19 ottobre del 1903, ero una delle funicolari più lunghe e ripide d’Europa. In meno di 10 minuti riuscivo a salire gli 854 m di dislivello che separavano la stazione a valle da quella a monte, coprendo una distanza di 2374 m con una pendenza massima del 64%.
In oltre un secolo di attività non ho mai avuto le vertigini, ma quelli che salivano a bordo allora, come oggi, eccome se le avevano. Non avevano mai viaggiato in quel modo. Ai loro occhi ero letteralmente un ascensore per il cielo.”
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