Cortina D’Ampezzo
“Oggi ci vedete in questo stato miserevole, ma all’inizio del ‘900 eravamo paragonabili a un castello, con appartamenti, saloni, cantine e, in alto, le torri allusive. Poco lontano c’erano una costruzione per il personale e una terza casetta con la rimessa delle carrozze e le scuderie. Le contesse alloggiavano alla villa per lunghi periodi, specialmente durante la caccia al camoscio. Attraversavano l’Europa con un vagone pullman, arrivavano alla stazione di Dobbiaco, dove erano accolte dalle cameriere in ghingheri e dai fidati guardiacaccia e, su carrozze al piccolo trotto, raggiungevano finalmente il loro rifugio ampezzano.
Fra loro e la comunità di Cortina correva un ottimo buon sangue. La gente le amava per la loro magnanimità e per l’occhio di riguardo che avevano per i poveri del paese. Le due facoltose facevano delle rispettive fortune un uso prodigo e generoso, dimostrando in modo tangibile il loro autentico affetto per quella popolazione. A rompere l’incanto fu un incidente. Il 3 novembre 1906, Anna Powers Potts, che fra le due era la vera amante della caccia, nel corso di una battuta al camoscio fu colta da un malore e morì improvvisamente”.Adattamento dall’originale di Mario Ferruccio Belli, “Storia di Cortina d’Ampezzo” Locus laetissimus, 4°ed., Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto, 2014
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