Scuola media di Lauregno, val di Non

Lauregno

“Fino a non molti anni fa ero il centro del paese. Dentro di me trovavano posto le scuole elementari, il municipio, la cassa rurale, il medico e l’ufficio postale. Ora ospito i 27 bambini e i nove insegnanti della scuola media di Lauregno e il posto sicuramente non manca. Nonostante la mia struttura sia spaziosa per le persone che ospita, come istituto sono piccolo, il più piccolo dell’Alto Adige. Devo essere grata ad una legge provinciale che tutela la conservazione delle scuole primarie nei piccoli centri di montagna, che mi permette di rimanere aperta. Avere i corridoi pieni di vita durante l’anno scolastico mi mantiene in salute, considerando che vengono fatti tutti quei lavoretti di manutenzione senza i quali, un edificio antico quale il mio, andrebbe presto in malora. I bambini, con le loro manine e la loro energia, colorano le pareti dei corridoi e le mie giornate. E non solo: li sento parlare, giocare, discutere, imparare e crescere dentro di me.
La mattina entrano, ripongono le scarpe e indossano il grembiule blu, che costituisce un’uniforme e una tradizione allo stesso tempo, in quanto è il segno distintivo dei contadini altoatesini. Fatto questo iniziano le lezioni, che sono simili a quelle di una scuola normale, credo. Anche se su alcune cose sono certa che differiscano. Qui, ad esempio, oltre alle materie classiche, vengono insegnati i rudimenti di idraulica, di falegnameria, di elettrotecnica. Tutte queste nozioni poi potete star certi che le mettono in pratica: alcuni anni fa assieme all’insegnante di tecnica e a quello di musica, gli studenti costruirono un vero organo funzionante. Le ore di ginnastica vengono spese a fare lunghe passeggiate nel bosco, che d’inverno si trasformano in ciaspolate nella neve. Se passate su qualche sentiero a Lauregno troverete i loro segni: con Amedeo, l’insegnante di Lettere, i bambini hanno progettato un percorso a piedi attraverso i masi e le foreste nei pressi del paese, raccontando e disegnando in alcune stazioni le storie del villaggio”.

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