2/5 Fotografare gli animali, Mauro

Tassullo

“I fiori e i paesaggi sono facili da fotografare. Sai che sono in quel determinato posto, li puoi prendere quando vuoi tu, con la luce che vuoi tu, perché sono lì, mica si spostano. Con gli animali, invece, è tutta un’altra musica. Con loro ogni volta è una sfida. Ogni volta che esci devi portarti nello zaino le tre sorelle: costanza, pazienza e perseveranza, perchè quando è un giorno intero che te ne stai fermo immobile nella tua tenda a 2300 metri, in mezzo a una bufera a dieci sotto zero per fotografare l’ermellino, e quello non arriva, è naturale che pensi di mollare tutto e tornare a valle.
Una volta, da giovane, era più facile: sentivo meno il freddo e il peso della roba sulle spalle. Ora le mie ginocchia mi dicono di non portare più di una macchina, che, assieme al teleobiettivo, alla tenda e ai flash, fa comunque dei bei chili. E i miei piedi, che non si scaldano più, sono l’incubo di mia moglie e di conseguenza anche mio. Quando torno a casa alle prime ore del giorno dopo una sessione notturna e mi infilo sotto le coperte calde, con quei due ghiaccioli che mi ritrovo attaccati alle gambe potrei ucciderla se non faccio attenzione. In tutto questo, io, per conto mio, mi sono scelto una sfida ancora più dura. In tanti mi invitano a fotografare altrove. Ma io voglio documentare quello che c’è qui, a casa mia, in val di Non e val di Sole. Potrei catturare l’immagine di un chiurlo o di un occhione giù in pianura, in una di quelle capanne a pagamento, ma non c’è gusto. Magari qui, di una certa specie c’è solo un esemplare che gira ed è anche timido, ma io voglio prendere quello. È molto più difficile, però è tutta un’altra soddisfazione. Perché fotografando gli esseri viventi che abitano questo luogo, mi sembra di immortalarne l’anima. È qualcosa di più di una semplice foto a un animale”.

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